L'autunno, la stagione della castagna roscetta: l'Abruzzo si accende al profumo delle caldarroste - Il Capoluogo

2022-10-08 23:26:41 By : Mr. Leon Xiong

L'arrivo dell'autunno con i suoi mille colori e la famosa castagna “Roscetta Fiorentina”. Storia, tradizioni e appuntamenti abruzzesi in cui mangiare le castagne, già da questo weekend

L’autunno , con la sua miriade di colori, ci offre la la possibilità di assaporare tutta l’atmosfera dello spettacolare periodo. Grazie all’immenso giardino naturale dei suoi monti e alle chiome delle conifere che piano piano lasciano il verde brillante, forte e rigoglioso, dei pini, armonicamente coniugato con le tinte delle altre piante per dare spazio ai frutti di stagione. Tra questi, oltre alle noci ed ai grappoli dorati che si trasformeranno, con la pigiatura, in un buon vino, la famosa castagna “Roscetta Fiorentina”. Essa è la regina incontrastata di alcuni luoghi dell’Abruzzo marsicano ed aquilano quali: Balsorano, Canistro – nota per la famosa Acqua Santa Croce – Capistrello, Castellafiune, Civita d’Antino, Civitella Roveto, Morino e San Vincenzo Valle Roveto. Nell’aquilano, in alta Valle dell’Aterno, quindi Montereale, Cabbia, Ville di Fano, Cesaproba e i paesi più in alto, Verrico, Castiglione e S. Vittoria. Ridiscendendo verso i confini con il Lazio, dopo Borbona siamo già nelle zone del famoso marrone antrodocano, anch’esso di ottima qualità.

La castagna Roscetta è una varietà del marrone fiorentino. È un frutto molto calorico, composto per circa il 60% da amidi e da carboidrati, cloro, magnesio, proteine, sali minerali e dalle vitamine A, B e C. Ha dimensioni medio grandi. Quando tutta l’Alta Valle dell’Aterno era fortemente popolata ed i propri boschi in piena attività di coltivazione, questo prodotto tipico era una fonte di sostentamento ed un alimento di baratto. Si scambiava con altre derrate alimentari quali grano, granoturco, fagioli, necessarie al fabbisogno delle varie famiglie nel lungo inverno montano, dove allora la neve arrivava ai primi di dicembre e resisteva fino a primavera inoltrata. Antichi scenari di paesi che sembravano dei veri e propri presepi naturali, antichi sapori testimoni di una tradizione che sembrava scomparsa e invece vive e si perpetua nel tempo, anche attraverso il piacere di andare a raccogliere le castagne nei boschi e degustarle a sera, di fronte al camino. Con un buon bicchiere di vino, da sempre della gente di montagna amico.

È un vero peccato che a causa dell’abbandono dei tanti paesini i boschi siano ormai pressoché impenetrabili ed è impresa ardua riuscire a raggiungere la base degli “Insitati” (secolari alberi di castagno) che ancora fruttificano, nonostante il totale abbandono, per raccogliere il prezioso frutto. La castagna ha costituito per secoli un’importante fonte completa di sussistenza per i vari territori abruzzesi: dal teramano all’Alto Aterno, alla Valle Roveto, al Carseolano. Fiorente era un tempo anche il commercio del legno di castagno, utilizzato – oltre che come combustibile per il riscaldamento domestico – per realizzare recinzioni, fabbricare mobili, botti – che in questo periodo anche di vendemmia si apprestano ad essere riempite – e soprattutto nell’edilizia prima dell’avvento dei ponteggi in ferro. Ma la castagna, “il pane dei boschi”, oltre a costituire un importante elemento di sussistenza, ha rappresentato sino alla fine degli anni’60 una significativa fonte di reddito.

Credendo di fare cosa gradita ai lettori, riportiamo le località ove in questo periodo si stanno realizzando varie feste e sagre della castagna. In Alto Aterno, a Cesaproba di Montereale si terrà il 29, 30, 31 ottobre e sarà una bella festa che richiama, come per i decorsi anni, una vasta partecipazione di pubblico. Ci saranno dei piatti tipici della tradizione culinaria locale, le caldarroste servite calde e dei dolci a base del pregiato e squisito frutto autunnale. A San Felice d’Ocre – piccolo paesino della conca aquilana – dopo due anni di fermo causa pandemia, si terrà il 22 e 23 ottobre. A Grancia, frazione del comune di Morino – siamo nell’ Abruzzo marsicano – l’8 e 9 ottobre. Nella Valle Roveto, a Civitella, il 21, 22, 23 ottobre torna “Lungo le Antiche Rue”. A Sante Marie, un comune poco distante da Tagliacozzo, dal 29 al 30 ottobre. A Valle Castellana, nel teramano, dal 2 al 4 novembre. Attrici comuni ed indiscusse delle varie manifestazioni, oltre ai prodotti tipici locali, sono le castagne servite sia come caldarroste, avvolte nei classici cartocci di carta paglia, che come dolci. Occorrerebbe, a mio modesto parere, una rete castanicola abruzzese per dare impulso innovativo ad una filiera sostenibile ed arrivare ad un nuovo turismo green. La politica regionale dovrebbe fare la sua parte stanziando alcuni fondi del PSR (piano di sviluppo regionale) volti a recuperare, manutentare e salvaguardare i castagneti. Ciò significa guardare al futuro delle aree interne, che tanto stanno a cuore al consigliere regionale, Pierpaolo Petrucci, con slancio ed entusiasmo.

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