Edilizia senza ponteggi e grano al 46%: allarme materie prime sulle aziende di Granda - Targatocn.it

2021-11-18 11:53:00 By : Ms. Vivian Xu

Notizie - Opinioni - Immagini

Alcuni momenti dell'incontro moderato dalla giornalista Filomena Greco

Aumento dei prezzi delle materie prime, difficoltà di approvvigionamento, strumenti normativi a difesa del business, strategie anticrisi delle imprese, sono alcuni dei temi affrontati nell'approfondimento "Allarme materie prime" organizzato da Confindustria Cuneo e Ance Cuneo e che si è svolto ieri, Martedì 16 novembre, nell'ambito del progetto Alba Capitale Cultura d'Impresa, con la partecipazione di oltre 150 aziende associate in presenza e streaming. Nel saluto introduttivo, il vicepresidente di Confindustria Cuneo Marco Costamagna, presidente della Sezione Meccanica, ha ricordato come fino a due anni fa le questioni cruciali per le imprese fossero legate al cuneo fiscale, alle infrastrutture e ai problemi ordinari su cui era possibile incidere , mentre la pandemia ha cambiato tutto e «l'aumento dei prezzi ha coinvolto tutte le filiere, incidendo sulla redditività delle imprese e sull'organizzazione del lavoro a livello produttivo, dalle piccole alle grandi imprese». Gabriele Gazzano, presidente di Ance Cuneo, ha evidenziato la gravità della situazione per il settore: “Il mondo delle costruzioni è uscito da 15 anni di grande sofferenza nei settori del mercato, finanziario e merceologico, che ha portato a una riduzione di investimenti e manodopera . La ripartenza post pandemia è stata un buon momento per le nostre aziende, ora i materiali costosi la mettono seriamente a rischio. Abbiamo una serie di materiali, dalle impalcature alle coibentazioni introvabili, dobbiamo pianificare le forniture per cinque mesi e diventa complesso mantenere un'economia fiscale nei nostri cantieri”. I Centri Studi di Confindustria e Intesa Sanpaolo, rappresentati rispettivamente di Ciro Rapacciuolo e Daniela Corsini, hanno fornito le proiezioni sul mercato delle materie prime al 2022. Gli aumenti riguardano petrolio, grano ( 46% in un anno), rame ( 62%): incrementi non sostenibili se prolungati nel tempo, per non menzionare la spinta inflazionistica legata all'aumento dei costi energetici. Il quadro è quello di "diciotto mesi di aumenti significativi e diffusi, anche a causa di bassi livelli di scorte - secondo Daniela Corsini -. I prezzi probabilmente scenderanno, ma rimarranno superiori a nel biennio 2018-2019, mentre il costo del rame, del ferro e dell'alluminio continuerà a crescere anche il prossimo anno”. Il tema dell'edilizia al centro dell'attuale fase di crescita economica è stato affrontato anche dal direttore generale dell'Ance, Massimiliano Musmeci: "Da un lato, grazie ai bonus che probabilmente verranno confermati nella legge di bilancio, c'è una prospettiva che garantisca il buon funzionamento dell'edilizia privata.Per quanto riguarda la questione dei lavori pubblici, cui sono destinate le risorse del PNR, dobbiamo recuperare una capacità di crescita che abbiamo perso e che deve fare i conti con la dinamica dei prezzi, un primo intervento da parte del Ministero era di mettere a disposizione 100 milioni di euro per far fronte alle costose materie prime per gli appalti privati. Negli appalti pubblici resta aperta la questione dei listini da utilizzare nel settore, che devono essere aggiornati e dinamici per funzionare bene". Sull'adeguamento delle misure è intervenuta anche l'ing. Marianna Matta, responsabile dei lavori pubblici della Regione Piemonte e coordinatrice del listino regionale per le opere edili. “La questione degli appalti pubblici ricade sugli enti locali e le questioni urgenti da affrontare sono due: una riguarda i cantieri aperti che stanno vivendo il problema delle materie prime. Se nei contratti non è prevista la clausola di maggiorazione dei prezzi potete solo tranquillizzarli, la cosa da fare è introdurre la clausola di difesa dei lavori e poi utilizzare il listino con un aggiornamento che, da annuale, deve diventare semi- annuale, anche se questo è l'ultimo aspetto influirà sulla programmazione dei lavori”. Come il sistema contrattuale si sta adeguando alla situazione per difendere le imprese e le imprese, in particolare le PMI, dalle clausole di aggiustamento del prezzo, al principio di buona fede sancito 1375 c.c., alla clausola di forza maggiore, applicabile per eventi straordinari e imprevedibili, è stata al centro dell'intervento dell'avvocato Fabio Marazzi, senior managing partner di Marazzi & Associati. il presidente di Unionplast Marco Bergaglio, quello di Assoimballaggi Ezio Daniele, il "region procurement Italy" del gruppo Ferrero Sabrina Ghio, l'amministratore delegato di Venchi Giovanni Battista Mantelli e il direttore di l'Ufficio Acquisti Italia di Alstom Ferroviaria Demetrio Ricaldone. I crescenti problemi di prezzo colpiscono anche plastica e legno. Marco Bergaglio, presidente di Unionplast, ha evidenziato come nel settore della plastica manchino impianti di riciclo e sia necessario investire in questa direzione. “Molte delle azioni sinora realizzate, come la temuta 'plastic tax', si sono rivelate totalmente inefficaci, è necessario creare le condizioni per la transizione per poi attuarla”. "Il nostro Paese importa l'80% di tutto il legno che lavora - ha sottolineato Ezio Daniele, presidente di Assoimballaggi -. Il primo passo per migliorare la situazione è diventare autonomi dall'estero, investire e creare filiere nazionali, porterebbe a ricadute occupazionali importanti e eviterebbe picchi speculativi". "E' una crisi che ha cambiato il modo di lavorare, per alcune materie prime come il rame le difficoltà di ottenimento sono concrete e preoccupanti", ha commentato Demetrio Ricaldone, direttore acquisti di Italia Alstom, evidenziando un' un'altra questione delicata. "L'allerta è sui semiconduttori. Quando non li troviamo sul mercato dobbiamo rivolgerci ai broker. Alcuni fornitori li vendono direttamente a loro, la speculazione finanziaria è un fenomeno da non sottovalutare". aziende per superare la crisi? Attenzione alla sostenibilità e investimenti in fattori per aumentare la resilienza, secondo Sabrina Ghio (Ferrero), mentre Venchi si è concentrata su un progetto di filiera aziendale a supporto dei 6.000 retailer a valle e sulla formazione e affiancamento dei dipendenti. "Siamo abituati ad affrontare difficoltà di approvvigionamento, il vero problema era ripartire dopo le chiusure e supportare i nostri rivenditori" ha sottolineato Giovanni Battista Mantelli, ribadendo l'impegno dell'azienda che riesce a salvaguardare il "codice del gusto" dell'eccellenza. Marchi italiani che compongono il successo dei prodotti Venchi.

Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI